Teatro Antico

1 Via del Teatro Greco, Taormina

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Secondo Diodoro Siculo, storico greco di origini siciliane vissuto nel I sec. a.C., la storia di Taormina inizia con Dionigi, tiranno di Siracusa, il quale, dopo aver distrutto nel 403 a.C. l’antica Naxos, ne concesse il territorio ai Siculi che fondarono una città sul Monte Tauro. In seguito Dionigi venne in rotta con i Siculi: nel 394 a.C. assediò vanamente la rupe e solo nel 392 a.C., riuscì a conquistarla, stabilendovi mercenari a lui fedeli.

In realtà i Siculi abitavano la zona da molto tempo: una necropoli di tombe a grotticella artificiale, contemporanea all’arrivo dei Greci a Naxos (734 a.C.) e ai primi decenni di vita della colonia, è ancora visibile presso il Cocolonazzo di Mola, lungo la strada fra Taormina e Castelmola.

L’archeologia documenta che intorno al VI sec. a.C. un insediamento doveva esistere nell’area pianeggiante a ovest del Teatro.

La fondazione ufficiale di Taormina risale al 358 a.C. quando Andromaco, padre dello storico Timeo, raccolse i superstiti e i discendenti dei cittadini di Naxos, fondando Tauromenion. La città sopravvisse bene alle vicende che nei secoli successivi travagliarono l’isola: nel 345 a.C. si consegnò a Timoleonte; intorno al 310 a.C. cadde nel dominio di Agatocle, tiranno di Siracusa.

All’inizio del III sec. a.C. riacquistò l’indipendenza con il tiranno Tyndarion, che nel 278 a.C. sostenne Pirro re dell’Epiro.

L’indipendenza durò poco: durante la guerra tra Siracusa e Mamertini la città è tra i domini di Ierone II (270-215 a.C.), ultimo grande tiranno siracusano. All’epoca delle guerre puniche (264-146 a.C.) Tauromenion, che comunque godeva di una certa autonomia, intrattenne buoni rapporti con Roma, sicchè nella nuova organizzazione della Provincia romana di Sicilia, a partire dal 241 a.C., ottenne lo stato di città alleata (civitas foederata) che le permise di prosperare. Nella prima guerra servile fu una delle principali roccaforti degli schiavi e venne riconquistata con difficoltà dal console Rupilio nel 132 a.C.

All’epoca del secondo triumvirato (43-33 a.C.), coinvolta nella guerra civile tra Ottaviano (il futuro imperatore Augusto) e Sesto Pompeo, sostenne quest’ultimo. Dopo la vittoria definitiva di Ottaviano, gli abitanti originari furono deportati e la città, probabilmente intorno al 21 a.C., ripopolata con nuovi coloni, veterani di origine italica. Nel corso dell’età imperiale (I-III sec. d.C.) Tauromenion godette di grande benessere, tanto da potersi dotare di importanti monumenti pubblici.

Secondo la leggenda il Cristianesimo fu introdotto a Taormina da San Pancrazio di Antiochia chiamato da san Pietro. Con la suddivisione dell’impero in due parti ad opera dell’imperatore Diocleziano (285 d.C.), la Sicilia rimase sotto il dominio di Costantinopoli, l’attuale Istanbul.

Alla fine dell’VIII secolo gli Arabi, partendo dal Nord Africa, iniziarono la conquista della Sicilia; la parte nordorientale dell’isola, aspra e montuosa, resistette più a lungo all’occupazione.

Verso la fine del IX secolo, dopo la caduta di Siracusa in mano araba (878 d.C.), Taormina, grazie alla sua posizione strategica, fu per qualche tempo il centro più importante della Sicilia bizantina.

Solo nel 902, dopo essere stata difesa strenuamente dalle truppe del patrizio Costantino Caramalo fu conquistata dall’emiro Ibrahim Ibn Amad della dinastia aglabita, feudataria dei fatimidi d’Egitto, subendo stragi ed episodi di crudeltà. Ripopolata da “cristiani del Valdemone”, nel 962 fu di nuovo conquistata dagli arabi e divenne un borgo fortificato col nome di Al Moezzia.

Dopo lo sbarco dei Normanni in Sicilia (1061), la città resistette a lungo alla conquista, come in passato aveva resistito agli Arabi. Fu infine occupata da Ruggero d’Altavilla nel 1079.