Ex Chiesa del Carmine - Former Church of Carmine
Piazza Carmine, Taormina
Ex Chiesa del Carmine
La Chiesa del Carmine, in origine chiamata Santa Maria dei Greci, fu costruita, probabilmente nel XVI secolo, in stile barocco e a pianta ellittica ottagonale, con annesso il convento dei frati Carmelitani, che vennero a Taormina intorno all'anno 1622, quando gli fu concessa la Chiesa da loro intitolata alla Madonna del Carmelo. In tale Chiesa si conservava un'immagine argentea di Maria, detta "madonna non manufatta”, cioè una pittura sul legno o icona secondo la tradizione artistica bizantina, che è stata raccolta in pezzi dopo il bombardamento del 1943 e, ricomposta, si conserva da allora nella sagrestia della Basilica Cattedrale. I Frati Carmelitani abbandonarono Taormina dopo ventidue anni dal loro arrivo, nel 1661 e la loro Chiesa con l'Icona di Maria non manufatta ritornò all'Arciprete. Quando ai Carmelitani si avvicendarono i Gesuiti, si pensa che l'attuale Chiesa sia stata ricostruita intorno al 1662. Completamente distrutta dai bombardamenti durante la II Guerra Mondiale, nel 1943, i ruderi furono donati al Comune di Taormina, nel 1982, grazie alla generosità del Cavaliere Don Carlo Zuccaro. Dopo la ricostruzione e il recente restauro non è stata più adibita al culto ma viene utilizzata come sala di esposizione. PUTRIDARIUM CRIPTA DELLA EX CHIESA DEL CARMINE La pratica funeraria delle sepolture nelle cripte delle chiese che si diffuse nell’Italia del sud tra XVII ed il XVIII secolo (e perdurò in alcuni casi anche nei secoli successivi), riservava un’attenzione speciale al trattamento prolungato dei corpi, procrastinando l’avvento della sepoltura definitiva. Alla piccola cripta posta al di sotto della pavimentazione della Ex Chiesa del Carmine, si accede attraverso delle scalette che introducono ad un piccolo ambiente rettangolare con copertura a volta. Esso mostra lungo le pareti una serie di nicchie provviste di sedili in muratura (colatoio a seduta) in cui venivano murati dei cantari (vasi a forma cilindrica) ciascuno dotato di un foro centrale. Il cadavere del defunto era collocato in posizione seduta in modo da far confluire i liquami prodotti dalla putrefazione direttamente all’interno del foro collegato ad una canaletta di scolo. Una volta che il processo di scolatura fosse terminato, che la decomposizione avesse fatto il proprio corso lasciando le ossa libere dalla parte putrescibile, i resti scheletrici del post craniale erano spostati nell’ossario, mentre il cranio, simbolo dell’individualità del defunto, era posizionato su di una mensola. Nello stesso ambiente è presente un altare, che testimonia come occasionalmente all’interno della cripta vi fossero celebrate funzioni religiose.